10 Trasformazioni straordinarie del tuo giardino: dalla fantasia alla realtà

Il tuo giardino potrebbe essere un luogo di relax e divertimento, ma allo stato attuale probabilmente è soltanto un’area poco curata, con l’erba alta e per niente in grado di invitarti a trascorrervi del tempo.

Questo capita quando si ha poca fantasia ed intraprendenza, e a volte può sembrare difficile apportare (e soprattutto immaginare in anticipo) una trasformazione che consenta di creare un’oasi di pace e tranquillità.

Eppure, con un po’ di fantasia e qualche soluzione innovativa, è possibile creare un giardino che  sia bello e funzionale al tempo stesso.

Per darti qualche spunto utile, abbiamo deciso di mettere insieme di seguito 10 idee interessanti e creative per trasformare il tuo giardino in un’oasi di relax:

  1. Aggiungi un’area salotto. Una zona dove rilassarsi e godersi la vista del tuo giardino è essenziale per creare un’oasi di pace. Puoi aggiungere un divano, delle poltrone, un tavolino e un ombrellone per creare un’area confortevole dove rilassarti e leggere un libro, prendere il sole o chiacchierare con gli amici.
  2. Aggiungi una piscina. Una piscina è il modo ideale per rinfrescarsi nelle giornate calde e divertirsi con gli amici e la famiglia. Se non hai lo spazio per una piscina in cemento, puoi optare per una delle moderne piscine in acciaio monoblocco, che sono facili da installare e da mantenere.
  3. Aggiungi un orto. Coltivare il proprio cibo è un ottimo modo per rilassarsi e sentirsi più in contatto con la natura. Se non hai molto spazio, puoi creare un piccolo orto in vaso o in cassetta.
  4. Aggiungi una fontana. Il suono dell’acqua è molto rilassante e può contribuire a creare un’atmosfera di pace e tranquillità. Puoi aggiungere una fontana in giardino o in terrazza.
  5. Aggiungi delle piante. Le piante sono un ottimo modo per decorare il tuo giardino e renderlo più verde. Puoi scegliere piante perenni o annuali, a seconda del tuo clima e delle tue esigenze.
  6. Aggiungi un pergolato o una veranda. Un pergolato o una veranda sono la soluzione ideale per ripararsi dal sole e dalla pioggia e creare un’area coperta dove rilassarsi e godersi la vista del prato o dell’orto che avrai creato.
  7. Aggiungi un camino. Un braciere è lo strumento perfetto per trascorrere una serata con gli amici facendo il barbecue o cucinando insieme qualcosa di veramente gustoso.
  8. Aggiungi un sistema di illuminazione. Un sistema di illuminazione ben progettato può contribuire a creare un’atmosfera magica nel tuo giardino, anche di notte.
  9. Aggiungi un sentiero. Un sentiero è il modo ideale per spostarti in giardino senza calpestare le piante. Puoi creare un sentiero in pietra, in legno o in ghiaia.
  10. Aggiungi un elemento decorativo. Un elemento decorativo, come una statua, una scultura o una fontana, può aggiungere un tocco di personalità al tuo giardino.

Ogni idea e soluzione presentata in questo articolo rappresenta un invito a pensare al tuo spazio esterno con occhi nuovi, a immaginare le possibilità e a lasciare che la tua creatività prenda il sopravvento.

Il tuo giardino è un luogo che ti offre infinite opportunità di trasformazione e per questo puoi creare un ambiente unico e speciale, riflettendo la tua personalità e i tuoi desideri.

Sia che tu scelga di coltivare un orto, creare un patio accogliente, un giardino verticale o qualsiasi altra trasformazione affascinante, ricorda che ogni piccolo dettaglio contribuisce a creare un’esperienza straordinaria.

Quindi, armato di ispirazione, coraggio e una visione audace, inizia a trasformare il tuo giardino dalla fantasia alla realtà e scopri il piacere di vivere all’aperto in un ambiente che ti rappresenta pienamente.

Vacanze 2023: ancora al mare e in Italia, ma ripresa dei viaggi all’estero

Come saranno le vacanze estive 2023 degli italiani? Il monitoraggio Ipsos Future4Tourism, giunto al suo sesto anno, mostra come la maggioranza degli italiani continui a prediligere il Bel Paese e le mete balneari, ma registra anche una ripresa delle mete europee ed extra-europee e un aumento delle visite di borghi e città d’arte. In merito alla tipologia di vacanze, più di un intervistato su due dichiara di affiancare alle vacanze brevi anche vacanze più lunghe. Gli italiani si affacciano poi anche all’utilizzo delle nuove tecnologie e del Metaverso, sia per la ricerca di informazioni e per agevolare l’organizzazione del viaggio, sia per cercare ispirazione rispetto le attività da fare e per superare le barriere linguistiche.

Aumentano le visite a borghi e città d’arte

Il desiderio di poter viaggiare verso mete lontane si affaccia nuovamente dopo il freno degli ultimi anni. Per le vacanze estive 2023 la maggioranza dei viaggiatori (67%) resterà in Italia, in lieve calo rispetto all’estate 2022, a conferma appunto di una ripresa delle mete europee ed extra-Europee.
Il ritorno all’ultima estate pre-pandemia è testimoniato anche dalle scelte del luogo di vacanza: diminuisce la destinazione mare, pur rimanendo la scelta di oltre metà dei viaggiatori estivi, e aumentano le visite a borghi e città d’arte, soprattutto per effetto dei viaggi in Europa ed Extra-Europa. Inoltre, si registra una buona tenuta delle mete montane e collinari-lacustri, che nelle estati caratterizzate dal Covid avevano vissuto un vero e proprio boom.

Si riduce la durata e si rinuncia a gite ed escursioni in loco

Più di un intervistato su due dichiara di affiancare alle vacanze brevi (long-weekend) anche vacanze della durata più lunga (fino a 13 notti). Tuttavia, a causa degli aumenti dei prezzi, carrello della spesa e bollette delle utenze sottraggono liquidità dal portafoglio dei viaggiatori. Non si prevede, dunque, una rinuncia alle vacanze estive, ma una riallocazione del budget indirizzato prevalentemente a una riduzione della durata e alla rinuncia di gite ed escursioni in loco.
Accanto ai siti della destinazione o ai forum di viaggio come principali fonti di ispirazione per la programmazione delle vacanze, iniziano a farsi strada anche i portali di prenotazione online, che spesso mostrano offerte del momento. Invece, non si registrano variazioni rispetto l’importanza data ad amici e conoscenti come peer review di luoghi di villeggiatura già visitati.

Nuovi trend: Metaverso e sostenibilità 

Il Metaverso appare come uno strumento con grandi potenzialità sia per trovare informazioni e agevolare l’organizzazione del viaggio prima della partenza, sia in loco.
Il Metaverso consente infatti un’immersione virtuale nelle strutture alberghiere (30%) e nei luoghi (22%), ma anche per cercare ispirazione rispetto le attività da fare (21%) e superare le barriere linguistiche (19%). Il tema della sostenibilità, poi, entra a pieno titolo nel mondo del turismo, influenzando le scelte dei viaggiatori che mostrano sensibilità e attenzione al tema. Tanto da adottare comportamenti di scelta indirizzati a strutture dalla propensione alla salvaguardia ambientale per evitare sprechi di acqua ed energia (33%).

Ambiente, clima e siccità in cima alle preoccupazioni degli italiani  

Lo segnala l’Istat nel Rapporto annuale 2023: le tematiche ambientali si collocano ai primi posti tra le principali preoccupazioni dei cittadini italiani. Nel 2022 oltre il 70% dei residenti in Italia, dai 14 anni in su, considera il cambiamento climatico o l’aumento dell’effetto serra tra le preoccupazioni prioritarie. Le preoccupazioni ambientali si declinano differentemente per classe di età. I giovani under34 sono più sensibili alla perdita della biodiversità (32,1% tra 14 e 34 anni contro il 20,9% degli over55), alla distruzione delle foreste (26,2% contro 20,1%) e l’esaurimento delle risorse naturali (24,7% contro 15,9%).
Gli ultracinquantenni si dichiarano, invece, più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (26,3% contro 17% under35) e l’inquinamento del suolo (23,7% contro 20,8%).

Nel 2022 disponibilità idrica ridotta del 50% 

La riduzione delle precipitazioni, accompagnata dall’aumento delle temperature, ha portato a una minore disponibilità media annua della risorsa idrica, che nel trentennio 1991-2020 si riduce del 20% rispetto alla media del trentennio 1921-1950, raggiungendo nel 2022 il suo minimo storico, quasi il 50% in meno rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020. Nel Rapporto annuale 2023 dell’Istat si sottolinea che a tale problema si associa una condizione di persistente criticità nell’infrastruttura idrica, infatti, nel 2020, il 42,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile non arriva agli utenti finali.

Agricoltura: in riduzione produzione, valore aggiunto e occupazione

La siccità e i problemi di approvvigionamento di acqua, rileva l’Istat, hanno influito pesantemente sull’annata agricola appena trascorsa, facendo registrare, nei conti economici nazionali, una riduzione della produzione, del valore aggiunto e dell’occupazione del settore agricolo. Il calo dei volumi di produzione nel 2022 ha caratterizzato tutti i comparti produttivi tranne quelli frutticolo, florovivaistico e le attività secondarie. In particolare, in flessione coltivazioni (-2,5% in volume), legumi (-17,5%), olio d’oliva (-14,6%), cereali (-13,2%), piante foraggere (-9,9%), ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%).

Diminuiscono le emissioni di gas serra

In Europa continuano a diminuire le emissioni di gas serra: nel 2019 erano il 24%o in meno rispetto al 1990. L’Italia è tra i cinque paesi Ue27 che forniscono il contributo maggiore a tale riduzione. Con riferimento alla qualità dell’aria nell’Ue27, l’esposizione a lungo termine ponderata con la popolazione al particolato PM2,5 tra il 2006 e il 2020 registra il -39,5%, raggiungendo 11,2 μg/m3 nel 2020. In Italia, invece, il miglioramento è più lento, e nel 2020 si è arrivati a 15 μg/m3.
L’andamento dell’esposizione a lungo termine al PM2,5 spiega le differenze tra l’Italia e gli altri maggiori paesi europei in termini di mortalità connessa. Tra il 2005 e il 2020, mentre in Germania, Francia e Spagna le stime dei decessi prematuri da PM2,5 sono più che dimezzate i progressi dell’Italia sono stati molto più lenti (da 124 a 88).

Nelle aziende sempre meno donne al comando: perchè?

Lo confermano i dati di LinkedIn, pubblicati nel rapporto dedicato al Global Gender Gap del World Economic Forum 2023: se negli ultimi 8 anni il tasso di assunzione di donne nei ruoli di leadership a livello globale è aumentato lentamente (circa 1% annuo) nel 2020 la pandemia ne ha frenato il progresso, bloccato ulteriormente nel 2022 e 2023 dal rallentamento globale del mercato del lavoro.
Insomma, mentre il mondo continua a far fronte al rallentamento della crescita economica il tasso di assunzione di donne nei ruoli dirigenziali scende ai livelli del 2021. E nel primo trimestre 2023 la percentuale di donne che ricoprono ruoli dirigenziali scende al 32%, tornando ai livelli registrati durante il 2020.

Calano le assunzioni femminili per ruoli dirigenziali

Ancora una volta il peso maggiore della crisi grava sulle carriere femminili, erodendo i passi avanti fatti negli ultimi due anni.  Il calo della presenza femminile nelle posizioni di leadership è determinato da un minor numero di assunzioni di donne in ruoli dirigenziali. E i settori che registrano il calo maggiore sono servizi al consumo (-0,58%), sanitari e di assistenza (-0,42%) e settore immobiliare (-0,41%). Il calo maggiore di assunzioni di figure femminili senior si registra poi nei settori Tecnologia, Informazione e Media, e Servizi professionali (-4% rispetto al pre-2022). 
Analogamente, i settori Entertainment Providers e Wholesale riducono la quota di donne assunte in ruoli di leadership del 3%. Si tratta di alcuni dei settori più colpiti dai licenziamenti, che potrebbero avere un ulteriore impatto a medio termine sul numero di lavoratrici che raggiungono posizioni di leadership.

Il gap tra posizioni entry-level e C-Suite

Tutti i settori mostrano un Drop to Top, ovvero la misura in cui la rappresentanza femminile diminuisce ai livelli più alti.  In media, la quota di donne nei ruoli di C-Suite scende al 25%, nonostante queste rappresentino quasi la metà delle posizioni entry-level.
Ma alcuni settori fanno meglio di altri. Nel settore dei servizi al consumo il 57% delle posizioni di ingresso è occupato da donne, rispetto al 38% dei ruoli di leadership, in quello del commercio al dettaglio il 53% delle posizioni di ingresso è occupato da donne, rispetto al 36% delle posizioni di leadership, e nel settore dell’istruzione le donne rappresentano il 60% delle posizioni di ingresso e il 39% delle posizioni di vertice.

Posizioni STEM: le più richieste, ma 8 leader su 10 sono maschi

Anche se nel mondo ci sono più laureate in materie STEM non altrettante entrano poi nella forza lavoro. E se i ruoli STEM sono tra quelli più richiesti, quindi probabilmente più resistenti alle pressioni economiche, a livello globale le donne continuano a essere significativamente sottorappresentate (29%), dove 8 ruoli di leadership su 10 sono occupati da uomini. 
Il calo più netto nella rappresentanza femminile (7%) si verifica tra la laurea e l’ingresso nella forza lavoro STEM, per poi diminuire solo quando si inizia a scalare la leadership. Ciò è vero in tutti i Paesi, ma il calo è molto più marcato in Austria, Paesi Bassi, Francia e Brasile.

Come rendere il tuo negozio più sostenibile

La sostenibilità è oggi più che mai un tema centrale anche nel mondo degli affari.

I consumatori infatti, cercano sempre più di acquistare da aziende che dimostrano un impegno concreto per l’ambiente e la sostenibilità.

Se sei un imprenditore che vuole fare la differenza e contribuire a creare un futuro più sostenibile, oltre che dare una immagine migliore del proprio brand, devi iniziare a pensare a come rendere il tuo negozio più sostenibile.

Noi abbiamo preparato alcuni suggerimenti che possono esserti utili in tal senso, eccoli di seguito.

Riduci l’uso di plastica

La plastica è uno dei maggiori inquinanti del nostro pianeta, e ridurre l’uso di plastica è una delle cose più importanti che puoi fare per rendere il tuo negozio più sostenibile.

Ci sono diverse cose che puoi fare in tal senso.

Ad esempio, un primo passo è quello di sostituire i sacchetti di plastica usa e getta con quelli riutilizzabili. In questo modo, non solo ridurrai l’uso di plastica, ma promuoverai anche l’utilizzo di sacchetti più sostenibili.

Al tempo stesso, se la tua è una di quelle attività che somministrano bevande, evita l’uso di bottiglie di plastica. Al contrario, fornisci ai tuoi clienti l’acqua filtrata proponendo l’uso di borracce riutilizzabili al posto dei bicchieri di plastica.

Sfrutta l’energia rinnovabile

L’uso dell’energia rinnovabile è un altro modo interessante per rendere il tuo negozio più “green”.

L’energia rinnovabile, come l’energia solare o quella eolica, è pulita e non contribuisce alle emissioni di gas serra.

Per sfruttare questa opportunità e ottenere energia “pulita” in negozio, l’installazione di pannelli solari è una delle soluzioni più efficaci.

Questi pannelli possono fornire energia pulita e sostenibile per l’illuminazione, l’aria condizionata ed altro. È importante considerare anche che l’installazione di pannelli solari può ridurre i costi di approvvigionamento energetico.

Riduci gli sprechi

La riduzione degli sprechi è un altro modo efficace per rendere il tuo negozio più sostenibile.

Riducendo gli sprechi non solo aiutiamo l’ambiente, ma possiamo anche ridurre i costi operativi di una attività commerciale.

Ci sono diverse azioni che puoi intraprendere in questo senso. Ad esempio puoi ridurre gli sprechi relativi agli imballaggi scegliendo materiali più sostenibili come carta riciclata o cartone.

Un’altra buona ideaè quella di ridurre gli sprechi di energia in negozio, ad esempio spegnendo le luci di giorno e gli elettrodomestici quando non sono in uso (pensa ad esempio ad un negozio che vende TV e ne tiene decine accese senza motivo).

Tutte queste piccole azioni possono contribuire a ridurre significativamente il consumo energetico e i costi operativi.

Scegli materiali sostenibili

La scelta di materiali sostenibili è probabilmente il miglior modo per rendere il tuo negozio più attento all’ambiente.

Puoi scegliere per questo arredi e accessori che vengono prodotti con materiali riciclati, biodegradabili o provenienti da fonti rinnovabili.

In questo periodo vanno molto di moda gli espositori in cartone ad esempio, ecologici al massimo e resistenti allo stesso tempo.

Scegli inoltre prodotti biodegradabili per l’imballaggio di ciò  che vendi. Ad esempio, se vendi generi alimentari quali frutta e verdura, potresti preferire dei fogli di carta uso alimentare per avvolgere i prodotti, anziché adoperare la pellicola di plastica.

Opta per il trasporto sostenibile

Promuovere il trasporto sostenibile è un altro modo per rendere il tuo negozio più sostenibile.

Il trasporto sostenibile può ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’aria. Ci sono diverse cose che puoi fare per promuovere il trasporto sostenibile nella tua attività.

Potresti ad esempio offrire incentivi ai tuoi dipendenti e clienti per raggiungere il punto vendita utilizzando mezzi di trasporto sostenibili come biciclette, mezzi pubblici o auto elettriche.

A tal proposito potresti anche creare un parcheggio per biciclette vicino al tuo negozio, in modo da rendere più facile per i tuoi clienti e dipendenti parcheggiare il mezzo.

Conclusioni

In sintesi, ci sono diverse cose che puoi fare per rendere il tuo negozio più sostenibile. Quelle di cui abbiamo parlato oggi sono solo alcune delle idee che puoi adottare per contribuire a rispettare la natura se gestisci una attività commerciale.

Oltre a migliorare l’impatto ambientale del tuo negozio, tali azioni possono anche migliorare la percezione del tuo marchio e attirare più clienti che ben vedono le aziende che si impegnano per l’ambiente.

Ricorda infine che ogni piccola azione conta e che anche i piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza!

Prezzi più alti e carrelli più vuoti, ma non per tutti i prodotti

L’aumento dei prezzi costringe gli italiani a riconfigurare la shopping strategy, la conseguenza è un carrello più leggero, ma più ‘pesante’ in termini di costi. Questo però in funzione delle tipologie di prodotti e della capacità di spesa, come emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report che analizza l’andamento delle vendite di quasi 133mila prodotti di largo consumo, tra food & beverage, petcare, cura casa e cura persona, che nel 2022 hanno sviluppato oltre 43 miliardi di euro di sell-out, l’82,1% delle vendite realizzate da supermercati e ipermercati italiani. L’Osservatorio monitora l’evoluzione della composizione e delle vendite in valore e volume di 12 panieri, tra food e non food, sulla base dei claim, delle certificazioni, dei loghi e delle icone presenti sulle etichette, misurando i trend di vendita tramite i dati elaborati da NielsenIQ su venduto e consumo nella GDO.

Non tutti i prodotti hanno subìto tagli nelle quantità acquistate

“Tra i principali panieri analizzati dall’Osservatorio Immagino i claim relativi al basso tenore di zuccheri, alla ricchezza in proteine e all’assenza di lattosio hanno aumentato le vendite anche in volume e non solo a valore – spiega Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy -. Evidentemente le caratteristiche di questi prodotti sono talmente importanti per i consumatori da non modificarne i comportamenti di acquisto”.

Diminuiscono i volumi, soprattutto per le fasce di prezzo più basse

“La storica e radicata difesa della qualità del cibo messa in atto dagli italiani ha faticato a reggere l’urto dei fenomeni così impattanti che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi – aggiunge Cuppini -. Sono aumentati i prezzi e si è cominciato a vedere in modo netto come siano diminuiti i volumi, anche se in maniera diversa fra fasce di prezzo, con quella più bassa che ha mostrato la maggior sofferenza”.

I panieri Food e non food

Nel food i panieri che non hanno subito ‘tagli’ sono Italianità, Free from, Rich-in, Intolleranze e Lifestyle.
Tra i loghi e certificazioni, bollini, indicazioni e claim che forniscono garanzie precise, come la bandiera del paese d’origine, il logo EU Organic o le certificazioni in materia di Corporate Social Responsibility, come Fairtrade, Friend of the sea, FSC e Sustainable cleaning. Inoltre, gli Ingredienti benefici, il Metodo di lavorazione, la Texture dei prodotti, e il Petcare in generale.
E nel non food, Cura casa green, e Cura persona, in particolare, health&beauty.

Italiani, 20 chili di cibo in pattumiera ogni anno. Perchè?  

Ogni famiglia italiana spreca in media quasi 20 chilogrammi di cibo all’anno, secondo i dati dell’Osservatorio sprechi alimentari del Crea, presentati dalla Società italiana di nutrizione umana (Sinu) al XLIII congresso nazionale. Si tratta di una quota importante, che oltre a essere realmente “brutta” ha anche un peso economico non irrilevante. Per combattere un simile spreco, la Sinu ha sviluppato un decalogo di comportamenti virtuosi che vanno dalla pianificazione degli acquisti al riutilizzo degli avanzi, sottolineando i vantaggi della dieta mediterranea sia per la salute sia per il risparmio.

Spagna, Germania e Ungheria sprecano ancora di più

Se gli italiani si rivelano dei veri “spreconi”, non è che nel resto d’Europa le cose vadano meglio, anzi. Analizzando i dati dell’Osservatorio sprechi, emerge che nel 2018 gli italiani hanno sprecato in media 370 grammi di cibo alla settimana per famiglia. Questo dato si avvicina a quello dei Paesi Bassi (365 g/settimana) ed è inferiore rispetto a Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana). In Italia, si verifica principalmente uno spreco di prodotti completamente inutilizzati (43,2% rispetto al 31% della quantità sprecata), mentre si ha una minore tendenza a gettare gli avanzi dei piatti (14,6% contro il 20%) e i prodotti aperti ma non completamente consumati a causa della scadenza (30,3% contro il 36%). Nel 2021, lo spreco domestico è aumentato a 420 grammi a settimana per famiglia.

La tipologia di famiglia influisce su ciò che finisce nella spazzatura

La dimensione della famiglia influisce sullo spreco alimentare, ma guardando ai dati pro capite si nota un maggior spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa propensione allo spreco alimentare nei segmenti di età più giovane e tra le famiglie con maggiori disponibilità economiche. Tuttavia, le famiglie sono consapevoli dell’impatto negativo degli sprechi su diversi livelli. L’impatto economico è quello maggiormente percepito (70%), seguito da quello sociale (conseguenze sulla disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Il decalogo per non sprecare

Il decalogo proposto dalla Sinu per favorire comportamenti virtuosi comprende una serie di semplici abitudini. Ecco i dieci punti: 1) pianificare il menù settimanale; 2) stabilire le quantità da acquistare e cucinare; 3) evitare gli acquisti impulsivi o eccessivi; 4) fare la spesa sempre dopo aver mangiato e mai a stomaco vuoto; 5) imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono; 6) leggere attentamente l’etichetta; 7) riutilizzare gli avanzi; 8) seguire la dieta mediterranea; 9) preferire porzioni piccole o monoporzioni; 10) educare le nuove generazioni.

Il 58% degli italiani ha una “miniera” di vecchi telefoni cellulari nel cassetto

Ogni anno vengono lanciati almeno un centinaio di nuovi modelli di telefoni cellulari e tutti abbiamo visto le code davanti ai negozi per ottenere l’ultimo modello di quelli più  più rinomati e all’avanguardia. Siamo da tempo dipendenti dalla tecnologia e la domanda è: cosa succede ai vecchi dispositivi che abbiamo in tasca?
Il 58% degli italiani ha ammesso di avere una miniera di telefoni cellulari nel cassetto, riporta Ansa. Non li buttiamo via, li accumuliamo “per ricordo” o li teniamo “di scorta”, ma anche perché non sappiamo come smaltirli correttamente. Questo trend emerge da un’indagine condotta dalla società francese CertiDeal, specializzata in dispositivi elettronici usati e ricondizionati, ovvero riportati a nuova vita come se fossero nuovi di zecca. Gli italiani hanno difficoltà a separarsi dal vecchio smartphone, solo il 15% degli intervistati lo regala ad amici, figli o parenti, mentre il 9% lo rivende. Il rapporto attesta che solo nel 2022 sono stati accumulati complessivamente oltre 5 miliardi di cellulari dismessi su un totale di 16 miliardi. Se fossero tutti impilati l’uno sopra l’altro, creerebbero una colonna alta 50.000 chilometri.

Il tech decluttering

È necessario aprire quei cassetti e fare un “tech decluttering”, cioè fare pulizia proprio come si fa con il contenuto degli armadi all’inizio della bella stagione. “In questo caso, il decluttering va oltre il semplice mettere in ordine perché si tratta di una decisione che non solo libera spazio in casa, ma fa bene anche alla mente e all’ambiente”, spiegano gli analisti di CertiDeal, fornendo alcuni consigli pratici per farlo. Si consiglia di aprire i cassetti e mettere insieme tutti i dispositivi, compresi gli accessori, per selezionare quelli funzionanti e ancora in uso rispetto a quelli non funzionanti. Tra quelli che ancora funzionano, perché non pensarci per un possibile riciclaggio? Potrebbero essere utili a qualcuno che conosciamo, oppure possono essere smontati e offerti a un rivenditore. Se sono “morti”, devono essere trattati come “rifiuti speciali” portandoli nei punti di raccolta Raee (rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) o in un centro di raccolta ecologica comunale attrezzato per lo smaltimento dei Raee. Possono anche essere consegnati a un negozio di elettronica, che è obbligato a ritirare i vecchi apparecchi.

In Italia il mercato dei telefoni cellulari usati è sotto la media europa

Al fine di interrompere il consumo sfrenato di cellulari (che sembrano tarati per durare al massimo 5-7 anni) e quindi l’accumulo mostruoso di spazzatura elettronica inquinante, il mercato dei telefoni usati e ricondizionati, cioè garantiti come performance e qualità pari al nuovo ma a prezzi più vantaggiosi, sta crescendo di mese in mese.
Sebbene il mercato dei telefoni cellulari usati stia crescendo in Italia, siamo ancora al di sotto della media europea. Deloitte attesta che nel nostro paese il mercato è ancora agli inizi e solo il 3% degli smartphone usati viene venduto a aziende specializzate nel riciclo e solo il 2% viene rivenduto o scambiato. In Germania, l’11% dei telefoni cellulari viene riciclato e nel Regno Unito il 16%, mentre in Francia circa il 6%. 

Economia circolare? La conosce 1 italiano su 2

Una nuova ricerca condotta da SWG per il sito di rivendita di dispositivi usati Swappie rivela che, nonostante solo 1 italiano su 2 sia familiare con il concetto di economia circolare, l’82% dei cittadini riconosce il ruolo potenzialmente determinante dell’economia circolare per la tutela dell’ambiente quando gli vengono spiegati i suoi principi guida. Il 23% degli italiani guarda ai modelli di economia circolare, mentre il 59% sostiene che l’economia circolare non si diffonderà abbastanza da essere efficace.

L’economia resta fragile, i consumi in lieve recupero

La buona tenuta del mercato del lavoro e i risultati positivi del mercato turistico, soprattutto incoming, spingono i consumi in lieve recupero, ma permane la lentezza nel rientro della fiammata inflazionistica e si assiste al lieve calo su base mensile del Pil.
Sono i principali risultati emersi dalla Congiuntura Confcommercio relativa al mese di maggio 2023, che per i consumi indica ad aprile un lieve aumento rispetto al mese precedente, Questo, grazie esclusivamente ai Servizi, che segnano un +4,5% rispetto al -1,5% dei Beni. E se la domanda di autovetture si conferma in ripresa resta negativa la dinamica di consumi alimentari, energia elettrica e mobili. 

Pil mensile a -0,2%

Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio il Pil, rispetto ad aprile, dovrebbe subire una diminuzione dello 0,2%. Su base annua questo andamento si tradurrebbe in una crescita dell’1,5%.
Le famiglie continuano, al di là delle criticità indotte dall’inflazione sui bilanci familiari, nel percorso di recupero della domanda favorendo le voci di spesa che considerano più rappresentative della ritrovata ‘libertà’. Nonostante i progressi, anche i dati dell’ultimo mese confermano le difficoltà dei consumi in volume calcolati nella metrica dell’ICC a tornare ai livelli pre-Covid. Per alcuni segmenti le deboli dinamiche degli ultimi periodi sembrano aver contribuito ad aumentare la distanza, ponendo seri dubbi sulla possibilità di tornare nel 2024 sui livelli del 2019.

Le dinamiche tendenziali

Anche ad aprile 2023 la domanda delle famiglie è stata sostenuta principalmente dal recupero della componente relativa ai Servizi, anche se per servizi ricreativi, alberghieri e della ristorazione la distanza percentuale con i volumi registrati nello stesso periodo del 2019 supera ancora le due cifre. Relativamente ai consumi di Beni, dopo la stagnazione di marzo la domanda è tornata a registrare un ridimensionamento nel confronto annuo. Ad aprile la stima per l’aggregato è -0,4%. Il settore Automotive si conferma il più dinamico, con una variazione tendenziale del 16,9%. I recuperi degli ultimi mesi hanno comunque solo parzialmente ridotto la distanza con i livelli di spesa reale del 2019. Tra le altre voci si conferma in netta riduzione la domanda per energia elettrica (-7%), mobili (-7,8%), alimentari (-3%) ed elettrodomestici (-0,8%). Relativamente ad abbigliamento e calzature il modesto segnale di recupero (+0,7%) non attenua le difficoltà del settore.

Prezzi al consumo, tendenze a breve termine

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo l’Ufficio Studi stima per maggio un +0,5% in termini congiunturali e +7,8% su base annua. Nonostante il moderato ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi, si confermano le difficoltà dell’inflazione a instradarsi su un sentiero di rapido rientro. Le prime indicazioni di un’evoluzione più contenuta dell’inflazione di fondo consolidano, comunque, le attese di una parte finale del 2023 più favorevole. Tale evoluzione potrebbe agevolare le famiglie nel percorso di recupero della domanda, favorendo il mantenimento di tassi di crescita dell’economia in linea con quelli registrati nella prima parte dell’anno.

I giornali generati dall’Intelligenza artificiale proliferano online

Nel mese di aprile di quest’anno NewsGuard, il tool online di NewsGuard Technologies che permette agli utenti di riconoscere le fake news, ha identificato 49 siti ‘sospetti’ in sette lingue, ceco, cinese, francese, inglese, portoghese, tagalog e thailandese. In apparenza questi siti avevano l’aspetto dei tipici siti di notizie, ma sembrerebbero invece essere stati interamente, o in gran parte, generati da modelli di linguaggio basati sull’Intelligenza artificiale, e quindi progettati per imitare la comunicazione umana. Secondo NewsGuard, gli strumenti basati sull’Intelligenza artificiale ora vengono utilizzati per riempire le cosiddette ‘content farm’, ovvero i siti web di bassa qualità diffusi in tutto il mondo che sfornano grandi quantità di articoli clickbait per massimizzare le proprie entrate pubblicitarie.

Centinaia di articoli a giorno su avariati argomenti

Questi siti spesso non identificano i proprietari, e producono un grande numero di contenuti su diversi argomenti, tra cui politica, salute, intrattenimento, finanza e tecnologia. Alcuni di questi newsbot pubblicano centinaia di articoli al giorno, che a volte promuovono anche narrazioni false. Inoltre, quasi tutti i contenuti sono scritti utilizzando un linguaggio banale e frasi ripetitive, segni distintivi dei testi prodotti dall’Intelligenza artificiale.

Testate giornalistiche create dall’Intelligenza artificiale piene di pubblicità

Molti di questi siti, poi, sono pieni di pubblicità, poiché probabilmente sono stati progettati per generare entrate dagli annunci programmatici posizionati attraverso algoritmi. Esattamente ciò per cui era stata concepita la prima generazione di content farm su internet, gestite da esseri umani. 
Proprio mentre negli ultimi mesi sono stati presentati e resi disponibili al pubblico diversi strumenti, sempre più potenti, basati sull’Intelligenza artificiale, il timore che tali strumenti possano essere utilizzati per dare vita a testate giornalistiche ora è diventato realtà.

Il governo britannico avvia un’inchiesta sull’AI

Pertanto, il governo del Regno Unito ha deciso di avviare un’indagine sull’AI e sul suo impatto su consumatori, business ed economia. Sotto i riflettori, anche l’Intelligenza artificiale generativa, alla base del chatbot ChatGPT, sviluppato da OpenAI e sostenuto da Microsoft. Il governo, riporta Adnkronos, fa sapere che seguirà cinque principi nella verifica dell’applicazione dell’AI e nello stabilire regole e leggi per l’uso dell’Intelligenza artificiale: sicurezza, trasparenza, equità, responsabilità e gestibilità.
“È cruciale che i potenziali benefici di questa tecnologia trasformativa siano equamente accessibili alle attività commerciali del Regno Unito e ai consumatori – commenta Sarah Cardell, direttrice della Competition and Markets Authority -, e che allo stesso tempo le persone siano protette da fenomeni come disinformazione e fake news”.