Italia, il mercato ICT supera i 34 miliardi di euro

La pandemia di Covid-19, per ribaltare le cose in positivo, ha anche avuto un risvolto “buono”. Giocoforza, ha costretto tutte le realtà italiane a velocizzare la propria trasformazione digitale, tanto che oggi la spinta propulsiva di questo fenomeno non accenna a diminuire. Anzi: il mercato dell’Information & Communications Technology chiuderà il 2021 con una spesa pari a 34,4 miliardi di euro, in crescita del 4,1% rispetto al 2020. Nel 2022 continuerà a crescere superando i 35 miliardi di euro, per poi arrivare a 36,4 miliardi di euro nel 2023, con una crescita media annua del +3,3%.E c’è ancora di più, visto che gli investimenti previsti dal PNRR stanno iniettando fiducia e dando vita a nuovi progetti. Si tratta di alcuni dati contenuti nell’Assintel Report 2021, la ricerca realizzata da Assintel, Associazione Nazionale delle Imprese ICT e Digitali, insieme alla società di ricerca indipendente IDC Italia, con la sponsorship di Confcommercio, Grenke e Intesa Sanpaolo.

Dove si sono concentrati gli investimenti

Come specifica il report, nell’ultimo anno le imprese italiane hanno fatto convergere i loro investimenti ICT prevalentemente sui servizi e sulle tecnologie strategiche per migliorare la connessione dell’azienda, per consentire il lavoro e le vendite da remoto e per gestire i processi mission critical. Nel 42% delle imprese la spesa ICT complessiva è rimasta invariata, ma è stata indirizzata su progetti specifici a sostegno delle attività durante la crisi, mentre il 9% delle imprese ha aumentato la spesa per sviluppare progetti innovativi e un altro 3%, pur riducendo la spesa totale, ha continuato a investire su progetti innovativi. Tuttavia, in questo contesto così dinamico resta un 32% di aziende che non è riuscita ad attivare il cambiamento, riducendo o rimandando gli investimenti. E’ su questa fascia che occorrerà intervenire a livello locale per un coinvolgimento nei progetti di rilancio del PNRR. Nei prossimi mesi, le imprese prevedono di concentrarsi sull’innovazione dei modelli di interazione con i clienti, sulla creazione di servizi a valore aggiunto per i prodotti venduti online e sull’internazionalizzazione delle attività.

Le incognite da risolvere

Tra le resistenze al cambiamento, c’è anche l’incognita culturale: il 39% delle aziende analizzate rileva una perdurante mancanza di interesse e di cultura dell’innovazione del top management o della proprietà aziendale, “diventando specchio di una fetta di Pmi che ha bisogno di un cambio di visione” precisa il rapporto.