Made in Italy: +48% di export dal 2015

Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso durante la presentazione della giornata del Made in Italy: tra il 2015 e il 2023 le esportazioni italiane sono aumentate in valore del 48%. E ora il nostro Paese è il quinto a livello globale per le esportazioni, superando nella classifica la Corea del Sud.

Il ministro Urso ha definito i prodotti italiani “belli, buoni, ben fatti e anche sostenibili”, ribadendo la qualità italiana nei cosiddetti settori delle quattro A, ovvero, alimentare, abbigliamento, arredo e automazione.
E dal 5 al 25 aprile saranno circa 300 le iniziative organizzate in tutta Italia per celebrare la giornata del Made in Italy, giornata che si è scelto di celebrare il 15 aprile, data della nascita di Leonardo Da Vinci.

“Non un modello di produzione, ma un modello di vita”

“Il Made in Italy – ha affermato il ministro Urso – non è un modello di produzione ma un modello di vita. L’eccellenza della nostra produzione si identifica nelle quattro I che sostengono il nostro modello, che corrispondono all’Identità, la riconoscibilità dei manufatti italiani nel mondo, l’Innovazione, alla quale sono dedicate una grande quantità di risorse del PNNR, l’Istruzione e l’Internazionalizzazione”.

A proposito dell’istruzione, il ministro ha ricordato l’importanza delle competenze dei lavoratori delle imprese italiane, che spinge “chi acquista le nostre imprese a continuare a produrre nel nostro Paese”. 

In un anno migliorano output, ordini e occupazione

L’indice Pmi manifatturiero dell’Italia torna a segnalare crescita dopo un anno, con una lieve espansione sia degli ordini sia della produzione. L’indice Hcob Italy Manufacturing Purchasing Managers Index a marzo è risultato pari a 50,4, in crescita rispetto a 48,7 di febbraio.
Un risultato che conferma come per la prima volta dal marzo 2023 l’indice torni sopra la soglia dei 50 punti, quella che separa la contrazione dall’espansione dell’attività manifatturiera.

Il miglioramento dell’indice riflette, oltre ad output e ordini, questi ultimi in rialzo dopo un anno, il miglioramento nelle condizioni di occupazione, mentre un freno al Pmi arriva dagli acquisti, dal momento che le imprese stanno continuando a ricorrere alle scorte.

“Il settore manifatturiero italiano può tirare un sospiro di sollievo”

Il lieve miglioramento delle vendite totali a marzo, riferisce Ansa, deriva in larga parte dalla domanda da parte di clienti ‘domestici’, mentre la domanda dall’estero è in lieve calo.
“Il settore manifatturiero italiano può tirare un sospiro di sollievo”, ha commentato Tariq Kamal Chaudhry, economista della Hamburg Commercial Bank che elabora l’indice in collaborazione con S&P Global.

“Dopo quasi un anno di difficoltà il Pmi Hcob è uscito dalla zona di contrazione, e con un valore di 50,4 l’Italia si unisce alla Spagna come seconda, fra le quattro maggiori economie europee, nel registrare espansione – ha spiegato Tariq Kama Chaudhry -. La produzione ha visto un salto significativo rispetto ai mesi precedenti”.