Salute mentale, un problema diffuso in tutto il mondo

La salute mentale continua a essere un tema delicatissimo su scala globale. Un dato rappresentativo dell’entità del fenomeno: il 32% della popolazione mondiale segnala disturbi mentali, con un aumento di 5 punti percentuali rispetto al 2022. In Italia, sebbene la quota sia inferiore (28%), si registra un incremento di 6 punti rispetto all’anno precedente. Questi sono i risultati della quarta edizione del Mind Health Report condotta da Ipsos per AXA in 16 Paesi, incluso l’Italia.

La consapevolezza sul tema è ancora scarsa

In questo contesto, un ulteriore elemento di preoccupazione è la scarsa consapevolezza sull’argomento e soprattutto un crescente ricorso all’autodiagnosi e all’autogestione. I problemi legati al benessere mentale correlati al lavoro stanno raggiungendo livelli critici. Eppure, nella percezione generale, il lavoro non è ritenuto la principale causa di tali difficoltà.

In Italia, c’è ancora molto da fare per quanto riguarda il supporto e le soluzioni per la salute mentale sul luogo di lavoro. Per il 50% dei lavoratori, le risposte offerte in tema di salute mentale influenzano positivamente la decisione di rimanere in azienda.

Cosa accade in Italia

La preoccupazione per la salute mentale persiste sia a livello globale sia nazionale. In Italia, nel corso degli ultimi 12 mesi, il 28% dei nostri connazionali ha sperimentato una qualche forma di malessere o disturbo mentale, con un aumento del 6% rispetto all’anno precedente. L’ansia è il disturbo più comune (14%), seguita dalla depressione (12%).

Il 44% degli italiani sceglie di autogestire i disturbi relativi al benessere mentale, un trend in aumento del 7% rispetto al 2022. Tuttavia, un terzo delle persone potenzialmente sofferenti di depressione, ansia o stress non ha consultato un medico quest’anno.

Salute mentale sul luogo di lavoro

A livello globale, le difficoltà mentali sono principalmente attribuite a ragioni personali anziché professionali, ma in Italia il 76% dei lavoratori manifesta almeno un disturbo correlato al lavoro. Il disimpegno sul lavoro è uno dei segnali critici che le aziende dovrebbero prendere in considerazione.

Più della metà dei lavoratori italiani ritiene che le aziende non si preoccupino della salute mentale dei dipendenti, e un terzo è insoddisfatto delle azioni intraprese. Tra le maggiori richieste, una giornata dedicata al benessere mentale e consulti specialistici esterni, guardati con particolare interesse soprattutto dalle donne e dai giovani (18-24). Il supporto offerto in tema di salute mentale impatta comunque positivamente sulla decisione di rimanere in azienda: la pensa così il 50% degli italiani, soprattutto giovani (71% nella fascia 18-24 anni).