La popolazione offline globale nel 2023 scende a 2,6 miliardi

È quanto rileva l’Unione internazionale delle telecomunicazioni (Uit), l’agenzia tecnologica delle Nazioni Unite: nel 2023 a livello globale ci sono ancora 2,6 miliardi di persone non ancora connesse a Internet, il 33% della popolazione mondiale. Circa il 96% dei ‘disconnessi’ vive in paesi in via di sviluppo. Nel 2022 i disconnessi erano 2,7 miliardi. Al contrario, il 67% della popolazione mondiale è ‘online’, ovvero 5,4 miliardi di individui. Secondo le stime preliminari dell’Uilt, la crescita del numero di utenti collegati a Internet è più forte nei paesi a basso reddito, con il numero di persone connesse in aumento di circa il 17% nell’ultimo anno, riferisce Adnkronos.

Obiettivo: connettere in modo significativo tutti a Internet entro il 2030

“Non dobbiamo dimenticare che dietro questi numeri ci sono persone che non sono in grado di accedere a Internet e godere dei vantaggi che questa tecnologia può offrire nell’era della trasformazione digitale, che può davvero cambiare il corso di una vita – sottolinea Cosmas Luckyson Zavazava, direttore del Telecommunication Development Bureau dell’Itu -. Questi numeri evidenziano l’importanza di misurare e monitorare i dati in modo da sapere dove concentrare i nostri sforzi per connettere in modo significativo tutti a Internet entro il 2030. Con questi sviluppi, dobbiamo anche concentrarci sulla costruzione di competenze digitali per tutti, in modo da fornire agli utenti le competenze necessarie”. 

Garantire un’esperienza online sicura e soddisfacente a un costo accessibile

Le ultime stime globali confermano che la crescita a due cifre della connettività Internet osservata durante il picco della pandemia di Covid-19 nel 2020 è stata di breve durata. Le tendenze attuali non sono abbastanza forti da garantire che l’obiettivo di una connettività universale e significativa venga raggiunto entro il 2030. Raggiungere una connettività universale e significativa entro il 2030, ovvero, la possibilità per tutti di godere di un’esperienza online sicura, soddisfacente, arricchente e produttiva a un costo accessibile, richiede un approccio globale che affronti le infrastrutture e altri fattori come l’accessibilità economica e le competenze.

Le persone senza accesso al web potrebbero essere lasciate indietro

Internet è uno strumento essenziale per accedere alle informazioni, alle opportunità di lavoro e all’istruzione. Le persone senza un accesso significativo al web potrebbero essere lasciate indietro. E questo diventa ancora più importante man mano che tecnologie come l’Intelligenza artificiale diventano sempre più diffuse nella vita quotidiana.
“Questo miglioramento della connettività – aggiunge il segretario generale dell’Itu Doreen Bogdan Martin – è un altro passo nella giusta direzione e un ulteriore passo a sostegno degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. Non avremo pace finché non vivremo in un mondo in cui la connettività sarà una realtà vissuta per tutti, ovunque”. 

Nuove assunzioni, quasi la metà delle figure… non si trova

Le imprese in Italia stanno cercando 531.000 lavoratori con contratti a tempo determinato di oltre un mese o a tempo indeterminato per il mese di settembre, con un aumento di 7.000 (+1,3%) rispetto all’anno precedente. Per l’intero trimestre da settembre a novembre 2023, le assunzioni previste superano di poco 1,4 milioni, registrando un aumento dell’1,9% rispetto allo stesso periodo del 2022.
La difficoltà nel reperimento di personale segnalata dalle imprese continua a crescere, coinvolgendo il 48% delle assunzioni programmate, con un aumento del 5% rispetto all’anno precedente. Questa sfida è particolarmente evidente per molte figure tecniche, ingegneristiche e di operai specializzati, con quote che si collocano tra il 60% e il 70%.
Questi dati emergono dal Bollettino del Sistema Informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal.

Grandi e medie imprese muovono il mercato del lavoro

Le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) e le piccole imprese (con 10-49 dipendenti) coprono completamente l’incremento complessivo delle assunzioni rispetto al 2022, con rispettivamente +4.400 e +4.300 assunzioni al mese e +11.000 e +12.000 nel trimestre. Le imprese di dimensioni più ridotte (1-9 dipendenti) prevedono invece una diminuzione delle assunzioni a settembre (-3.000).

Le assunzioni nei vari settori

Nel settore manifatturiero, si prevedono 99.000 nuove assunzioni a settembre 2023 (dato analogo all’anno precedente) e 275.000 nel trimestre (-0,2%). Tra i settori principali, si segnalano previsioni positive per la meccatronica (25.000 contratti a settembre e 69.500 nel trimestre) e la metallurgia (20.000 e 55.000, rispettivamente). Le industrie alimentari (13.000 e quasi 40.000) e del settore della moda (11.000 e 33.000) si collocano a un livello inferiore.
Nel settore delle costruzioni, sono previste 60.500 nuove assunzioni a settembre 2023 e 196.000 nel periodo settembre-novembre (+3.500 al mese e +15.000 nel trimestre).
Le imprese dei servizi prevedono 371.000 contratti di lavoro per settembre (+1,0% rispetto all’anno precedente) e quasi 989.000 nel trimestre (+1,3% rispetto all’analogo periodo del 2022). Si osservano previsioni positive soprattutto per i servizi alle persone (111.000 contratti al mese e 238.000 nel trimestre), in particolare nel settore dell’istruzione e servizi formativi privati, e nei trasporti e nella logistica (44.000 e 126.000). Le imprese commerciali (59.000 al mese, pari a -2,2% rispetto all’anno precedente, e 185.000 nel trimestre, pari a -0,8%) e quelle del turismo (69.000, cioè -7,3% rispetto al 2022, e 193.000, pari a -2,2%) registrano previsioni inferiori rispetto all’anno precedente.

Il tempo determinato il contratto più diffuso

La forma contrattuale più comune rimane il tempo determinato con 284.000 unità, pari al 53,4% del totale. Seguono i contratti a tempo indeterminato (108.000), i contratti di somministrazione (57.000), gli altri contratti non alle dipendenze (32.000), i contratti di apprendistato (26.000), gli altri contratti alle dipendenze (14.000) e i contratti di collaborazione (11.000).
Le imprese dichiarano difficoltà di reperimento per oltre 252.000 assunzioni a settembre (il 48% del totale), principalmente a causa della “mancanza di candidati” (31,7%) e della “preparazione inadeguata” (12%). Le categorie professionali con il più alto tasso di difficoltà nel reperimento di personale sono gli operai specializzati (64,2%), i conduttori di impianti fissi e mobili (53,2%) e le professioni tecniche (49,5%). In particolare, le regioni con le maggiori difficoltà di reperimento sono Lombardia (46,5%), Lazio (38,0%), Veneto (54,4%), Emilia-Romagna (51,9%) e Campania (41,0%).

L’AI nel mondo del lavoro italiano

L’Intelligenza Artificiale sta rivoluzionando il panorama del lavoro, e le generazioni più giovani sono le più attive nell’uso dell’AI. Secondo uno studio condotto da Seed Digital, l’81,2% della GenerazioneX e l’80% della GenerazioneZ dichiara di utilizzarla quotidianamente. La ricerca, svolta su scala nazionale, ha coinvolto 490 partecipanti provenienti da diverse regioni e settori al fine di comprendere come l’AI stia influenzando il mondo del lavoro in Italia. E la maggioranza dei partecipanti, indipendentemente dal cluster generazionale, ritiene che l’AI abbia aumentato l’efficienza lavorativa, mentre solo una minoranza esprime un’opinione negativa sul suo impatto nel lavoro.

Laureati più cauti e meno entusiasti

Il livello di istruzione sembra invece influenzare queste percezioni: il 90% degli intervistati senza un titolo di studio fa uso dell’AI, mentre il campione con istruzione universitaria tende a essere più cauto nel sostenere il miglioramento dell’efficienza lavorativa grazie all’AI. Nonostante l’Intelligenza Artificiale stia diventando un elemento comune nel mondo del lavoro, l’affidabilità dei suoi output rimane un aspetto cruciale da considerare. Secondo il sondaggio, la fiducia varia in base all’età, al livello di istruzione e all’ambiente lavorativo. In particolare, gli utenti di età superiore ai 42 anni e quelli con un percorso di studi universitario tendono a essere meno fiduciosi nei confronti dei risultati prodotti dagli strumenti di AI.

Da ChatGPT e Google Translate fino a Beautiful AI

Per quanto riguarda l’ambiente di lavoro, l’utilizzo dell’AI è più diffuso (80%) tra freelance, aziende e agenzie. Le aziende, in particolare, sembrano beneficiare maggiormente dell’Intelligenza Artificiale usando più spesso strumenti basati su questa tecnologia rispetto agli altri settori. Seed ha anche esaminato le principali attività svolte con strumenti di Intelligenza Artificiale, scoprendo che la maggior parte di esse riguarda contenuti testuali, generazione di immagini, analisi dei dati e creazione di codice. Gli strumenti di AI più citati vanno da applicazioni per la generazione di testi e traduzioni, come ChatGPT e Google Translate, a strumenti per l’analisi dei dati, come Excel e Power BI, fino a soluzioni per la creazione di immagini e design, come Canva e Beautiful AI.

Esiste ancora una sfiducia diffusa, soprattutto fra i Boomers

La percezione dell’impatto futuro dell’Intelligenza Artificiale sul mondo lavorativo varia notevolmente a seconda delle generazioni, livello di istruzione e contesto lavorativo. Se quasi il 10% dei Baby Boomers non è convinto che l’AI influenzerà significativamente il mondo del lavoro le Generazioni X e Z prevedono un impatto maggiore di questa tecnologia. Lo studio svolto da Seed Digital mette quindi in luce come, nonostante questa tecnologia stia guadagnando terreno nel mondo del lavoro, esista ancora una sfiducia diffusa.

10 Trasformazioni straordinarie del tuo giardino: dalla fantasia alla realtà

Il tuo giardino potrebbe essere un luogo di relax e divertimento, ma allo stato attuale probabilmente è soltanto un’area poco curata, con l’erba alta e per niente in grado di invitarti a trascorrervi del tempo.

Questo capita quando si ha poca fantasia ed intraprendenza, e a volte può sembrare difficile apportare (e soprattutto immaginare in anticipo) una trasformazione che consenta di creare un’oasi di pace e tranquillità.

Eppure, con un po’ di fantasia e qualche soluzione innovativa, è possibile creare un giardino che  sia bello e funzionale al tempo stesso.

Per darti qualche spunto utile, abbiamo deciso di mettere insieme di seguito 10 idee interessanti e creative per trasformare il tuo giardino in un’oasi di relax:

  1. Aggiungi un’area salotto. Una zona dove rilassarsi e godersi la vista del tuo giardino è essenziale per creare un’oasi di pace. Puoi aggiungere un divano, delle poltrone, un tavolino e un ombrellone per creare un’area confortevole dove rilassarti e leggere un libro, prendere il sole o chiacchierare con gli amici.
  2. Aggiungi una piscina. Una piscina è il modo ideale per rinfrescarsi nelle giornate calde e divertirsi con gli amici e la famiglia. Se non hai lo spazio per una piscina in cemento, puoi optare per una delle moderne piscine in acciaio monoblocco, che sono facili da installare e da mantenere.
  3. Aggiungi un orto. Coltivare il proprio cibo è un ottimo modo per rilassarsi e sentirsi più in contatto con la natura. Se non hai molto spazio, puoi creare un piccolo orto in vaso o in cassetta.
  4. Aggiungi una fontana. Il suono dell’acqua è molto rilassante e può contribuire a creare un’atmosfera di pace e tranquillità. Puoi aggiungere una fontana in giardino o in terrazza.
  5. Aggiungi delle piante. Le piante sono un ottimo modo per decorare il tuo giardino e renderlo più verde. Puoi scegliere piante perenni o annuali, a seconda del tuo clima e delle tue esigenze.
  6. Aggiungi un pergolato o una veranda. Un pergolato o una veranda sono la soluzione ideale per ripararsi dal sole e dalla pioggia e creare un’area coperta dove rilassarsi e godersi la vista del prato o dell’orto che avrai creato.
  7. Aggiungi un camino. Un braciere è lo strumento perfetto per trascorrere una serata con gli amici facendo il barbecue o cucinando insieme qualcosa di veramente gustoso.
  8. Aggiungi un sistema di illuminazione. Un sistema di illuminazione ben progettato può contribuire a creare un’atmosfera magica nel tuo giardino, anche di notte.
  9. Aggiungi un sentiero. Un sentiero è il modo ideale per spostarti in giardino senza calpestare le piante. Puoi creare un sentiero in pietra, in legno o in ghiaia.
  10. Aggiungi un elemento decorativo. Un elemento decorativo, come una statua, una scultura o una fontana, può aggiungere un tocco di personalità al tuo giardino.

Ogni idea e soluzione presentata in questo articolo rappresenta un invito a pensare al tuo spazio esterno con occhi nuovi, a immaginare le possibilità e a lasciare che la tua creatività prenda il sopravvento.

Il tuo giardino è un luogo che ti offre infinite opportunità di trasformazione e per questo puoi creare un ambiente unico e speciale, riflettendo la tua personalità e i tuoi desideri.

Sia che tu scelga di coltivare un orto, creare un patio accogliente, un giardino verticale o qualsiasi altra trasformazione affascinante, ricorda che ogni piccolo dettaglio contribuisce a creare un’esperienza straordinaria.

Quindi, armato di ispirazione, coraggio e una visione audace, inizia a trasformare il tuo giardino dalla fantasia alla realtà e scopri il piacere di vivere all’aperto in un ambiente che ti rappresenta pienamente.

Vacanze 2023: ancora al mare e in Italia, ma ripresa dei viaggi all’estero

Come saranno le vacanze estive 2023 degli italiani? Il monitoraggio Ipsos Future4Tourism, giunto al suo sesto anno, mostra come la maggioranza degli italiani continui a prediligere il Bel Paese e le mete balneari, ma registra anche una ripresa delle mete europee ed extra-europee e un aumento delle visite di borghi e città d’arte. In merito alla tipologia di vacanze, più di un intervistato su due dichiara di affiancare alle vacanze brevi anche vacanze più lunghe. Gli italiani si affacciano poi anche all’utilizzo delle nuove tecnologie e del Metaverso, sia per la ricerca di informazioni e per agevolare l’organizzazione del viaggio, sia per cercare ispirazione rispetto le attività da fare e per superare le barriere linguistiche.

Aumentano le visite a borghi e città d’arte

Il desiderio di poter viaggiare verso mete lontane si affaccia nuovamente dopo il freno degli ultimi anni. Per le vacanze estive 2023 la maggioranza dei viaggiatori (67%) resterà in Italia, in lieve calo rispetto all’estate 2022, a conferma appunto di una ripresa delle mete europee ed extra-Europee.
Il ritorno all’ultima estate pre-pandemia è testimoniato anche dalle scelte del luogo di vacanza: diminuisce la destinazione mare, pur rimanendo la scelta di oltre metà dei viaggiatori estivi, e aumentano le visite a borghi e città d’arte, soprattutto per effetto dei viaggi in Europa ed Extra-Europa. Inoltre, si registra una buona tenuta delle mete montane e collinari-lacustri, che nelle estati caratterizzate dal Covid avevano vissuto un vero e proprio boom.

Si riduce la durata e si rinuncia a gite ed escursioni in loco

Più di un intervistato su due dichiara di affiancare alle vacanze brevi (long-weekend) anche vacanze della durata più lunga (fino a 13 notti). Tuttavia, a causa degli aumenti dei prezzi, carrello della spesa e bollette delle utenze sottraggono liquidità dal portafoglio dei viaggiatori. Non si prevede, dunque, una rinuncia alle vacanze estive, ma una riallocazione del budget indirizzato prevalentemente a una riduzione della durata e alla rinuncia di gite ed escursioni in loco.
Accanto ai siti della destinazione o ai forum di viaggio come principali fonti di ispirazione per la programmazione delle vacanze, iniziano a farsi strada anche i portali di prenotazione online, che spesso mostrano offerte del momento. Invece, non si registrano variazioni rispetto l’importanza data ad amici e conoscenti come peer review di luoghi di villeggiatura già visitati.

Nuovi trend: Metaverso e sostenibilità 

Il Metaverso appare come uno strumento con grandi potenzialità sia per trovare informazioni e agevolare l’organizzazione del viaggio prima della partenza, sia in loco.
Il Metaverso consente infatti un’immersione virtuale nelle strutture alberghiere (30%) e nei luoghi (22%), ma anche per cercare ispirazione rispetto le attività da fare (21%) e superare le barriere linguistiche (19%). Il tema della sostenibilità, poi, entra a pieno titolo nel mondo del turismo, influenzando le scelte dei viaggiatori che mostrano sensibilità e attenzione al tema. Tanto da adottare comportamenti di scelta indirizzati a strutture dalla propensione alla salvaguardia ambientale per evitare sprechi di acqua ed energia (33%).

Ambiente, clima e siccità in cima alle preoccupazioni degli italiani  

Lo segnala l’Istat nel Rapporto annuale 2023: le tematiche ambientali si collocano ai primi posti tra le principali preoccupazioni dei cittadini italiani. Nel 2022 oltre il 70% dei residenti in Italia, dai 14 anni in su, considera il cambiamento climatico o l’aumento dell’effetto serra tra le preoccupazioni prioritarie. Le preoccupazioni ambientali si declinano differentemente per classe di età. I giovani under34 sono più sensibili alla perdita della biodiversità (32,1% tra 14 e 34 anni contro il 20,9% degli over55), alla distruzione delle foreste (26,2% contro 20,1%) e l’esaurimento delle risorse naturali (24,7% contro 15,9%).
Gli ultracinquantenni si dichiarano, invece, più preoccupati dei giovani per il dissesto idrogeologico (26,3% contro 17% under35) e l’inquinamento del suolo (23,7% contro 20,8%).

Nel 2022 disponibilità idrica ridotta del 50% 

La riduzione delle precipitazioni, accompagnata dall’aumento delle temperature, ha portato a una minore disponibilità media annua della risorsa idrica, che nel trentennio 1991-2020 si riduce del 20% rispetto alla media del trentennio 1921-1950, raggiungendo nel 2022 il suo minimo storico, quasi il 50% in meno rispetto all’ultimo trentennio 1991-2020. Nel Rapporto annuale 2023 dell’Istat si sottolinea che a tale problema si associa una condizione di persistente criticità nell’infrastruttura idrica, infatti, nel 2020, il 42,2% dell’acqua immessa nelle reti di distribuzione dell’acqua potabile non arriva agli utenti finali.

Agricoltura: in riduzione produzione, valore aggiunto e occupazione

La siccità e i problemi di approvvigionamento di acqua, rileva l’Istat, hanno influito pesantemente sull’annata agricola appena trascorsa, facendo registrare, nei conti economici nazionali, una riduzione della produzione, del valore aggiunto e dell’occupazione del settore agricolo. Il calo dei volumi di produzione nel 2022 ha caratterizzato tutti i comparti produttivi tranne quelli frutticolo, florovivaistico e le attività secondarie. In particolare, in flessione coltivazioni (-2,5% in volume), legumi (-17,5%), olio d’oliva (-14,6%), cereali (-13,2%), piante foraggere (-9,9%), ortaggi (-3,2%), piante industriali (-1,4%) e vino (-0,8%).

Diminuiscono le emissioni di gas serra

In Europa continuano a diminuire le emissioni di gas serra: nel 2019 erano il 24%o in meno rispetto al 1990. L’Italia è tra i cinque paesi Ue27 che forniscono il contributo maggiore a tale riduzione. Con riferimento alla qualità dell’aria nell’Ue27, l’esposizione a lungo termine ponderata con la popolazione al particolato PM2,5 tra il 2006 e il 2020 registra il -39,5%, raggiungendo 11,2 μg/m3 nel 2020. In Italia, invece, il miglioramento è più lento, e nel 2020 si è arrivati a 15 μg/m3.
L’andamento dell’esposizione a lungo termine al PM2,5 spiega le differenze tra l’Italia e gli altri maggiori paesi europei in termini di mortalità connessa. Tra il 2005 e il 2020, mentre in Germania, Francia e Spagna le stime dei decessi prematuri da PM2,5 sono più che dimezzate i progressi dell’Italia sono stati molto più lenti (da 124 a 88).

Nelle aziende sempre meno donne al comando: perchè?

Lo confermano i dati di LinkedIn, pubblicati nel rapporto dedicato al Global Gender Gap del World Economic Forum 2023: se negli ultimi 8 anni il tasso di assunzione di donne nei ruoli di leadership a livello globale è aumentato lentamente (circa 1% annuo) nel 2020 la pandemia ne ha frenato il progresso, bloccato ulteriormente nel 2022 e 2023 dal rallentamento globale del mercato del lavoro.
Insomma, mentre il mondo continua a far fronte al rallentamento della crescita economica il tasso di assunzione di donne nei ruoli dirigenziali scende ai livelli del 2021. E nel primo trimestre 2023 la percentuale di donne che ricoprono ruoli dirigenziali scende al 32%, tornando ai livelli registrati durante il 2020.

Calano le assunzioni femminili per ruoli dirigenziali

Ancora una volta il peso maggiore della crisi grava sulle carriere femminili, erodendo i passi avanti fatti negli ultimi due anni.  Il calo della presenza femminile nelle posizioni di leadership è determinato da un minor numero di assunzioni di donne in ruoli dirigenziali. E i settori che registrano il calo maggiore sono servizi al consumo (-0,58%), sanitari e di assistenza (-0,42%) e settore immobiliare (-0,41%). Il calo maggiore di assunzioni di figure femminili senior si registra poi nei settori Tecnologia, Informazione e Media, e Servizi professionali (-4% rispetto al pre-2022). 
Analogamente, i settori Entertainment Providers e Wholesale riducono la quota di donne assunte in ruoli di leadership del 3%. Si tratta di alcuni dei settori più colpiti dai licenziamenti, che potrebbero avere un ulteriore impatto a medio termine sul numero di lavoratrici che raggiungono posizioni di leadership.

Il gap tra posizioni entry-level e C-Suite

Tutti i settori mostrano un Drop to Top, ovvero la misura in cui la rappresentanza femminile diminuisce ai livelli più alti.  In media, la quota di donne nei ruoli di C-Suite scende al 25%, nonostante queste rappresentino quasi la metà delle posizioni entry-level.
Ma alcuni settori fanno meglio di altri. Nel settore dei servizi al consumo il 57% delle posizioni di ingresso è occupato da donne, rispetto al 38% dei ruoli di leadership, in quello del commercio al dettaglio il 53% delle posizioni di ingresso è occupato da donne, rispetto al 36% delle posizioni di leadership, e nel settore dell’istruzione le donne rappresentano il 60% delle posizioni di ingresso e il 39% delle posizioni di vertice.

Posizioni STEM: le più richieste, ma 8 leader su 10 sono maschi

Anche se nel mondo ci sono più laureate in materie STEM non altrettante entrano poi nella forza lavoro. E se i ruoli STEM sono tra quelli più richiesti, quindi probabilmente più resistenti alle pressioni economiche, a livello globale le donne continuano a essere significativamente sottorappresentate (29%), dove 8 ruoli di leadership su 10 sono occupati da uomini. 
Il calo più netto nella rappresentanza femminile (7%) si verifica tra la laurea e l’ingresso nella forza lavoro STEM, per poi diminuire solo quando si inizia a scalare la leadership. Ciò è vero in tutti i Paesi, ma il calo è molto più marcato in Austria, Paesi Bassi, Francia e Brasile.

Come rendere il tuo negozio più sostenibile

La sostenibilità è oggi più che mai un tema centrale anche nel mondo degli affari.

I consumatori infatti, cercano sempre più di acquistare da aziende che dimostrano un impegno concreto per l’ambiente e la sostenibilità.

Se sei un imprenditore che vuole fare la differenza e contribuire a creare un futuro più sostenibile, oltre che dare una immagine migliore del proprio brand, devi iniziare a pensare a come rendere il tuo negozio più sostenibile.

Noi abbiamo preparato alcuni suggerimenti che possono esserti utili in tal senso, eccoli di seguito.

Riduci l’uso di plastica

La plastica è uno dei maggiori inquinanti del nostro pianeta, e ridurre l’uso di plastica è una delle cose più importanti che puoi fare per rendere il tuo negozio più sostenibile.

Ci sono diverse cose che puoi fare in tal senso.

Ad esempio, un primo passo è quello di sostituire i sacchetti di plastica usa e getta con quelli riutilizzabili. In questo modo, non solo ridurrai l’uso di plastica, ma promuoverai anche l’utilizzo di sacchetti più sostenibili.

Al tempo stesso, se la tua è una di quelle attività che somministrano bevande, evita l’uso di bottiglie di plastica. Al contrario, fornisci ai tuoi clienti l’acqua filtrata proponendo l’uso di borracce riutilizzabili al posto dei bicchieri di plastica.

Sfrutta l’energia rinnovabile

L’uso dell’energia rinnovabile è un altro modo interessante per rendere il tuo negozio più “green”.

L’energia rinnovabile, come l’energia solare o quella eolica, è pulita e non contribuisce alle emissioni di gas serra.

Per sfruttare questa opportunità e ottenere energia “pulita” in negozio, l’installazione di pannelli solari è una delle soluzioni più efficaci.

Questi pannelli possono fornire energia pulita e sostenibile per l’illuminazione, l’aria condizionata ed altro. È importante considerare anche che l’installazione di pannelli solari può ridurre i costi di approvvigionamento energetico.

Riduci gli sprechi

La riduzione degli sprechi è un altro modo efficace per rendere il tuo negozio più sostenibile.

Riducendo gli sprechi non solo aiutiamo l’ambiente, ma possiamo anche ridurre i costi operativi di una attività commerciale.

Ci sono diverse azioni che puoi intraprendere in questo senso. Ad esempio puoi ridurre gli sprechi relativi agli imballaggi scegliendo materiali più sostenibili come carta riciclata o cartone.

Un’altra buona ideaè quella di ridurre gli sprechi di energia in negozio, ad esempio spegnendo le luci di giorno e gli elettrodomestici quando non sono in uso (pensa ad esempio ad un negozio che vende TV e ne tiene decine accese senza motivo).

Tutte queste piccole azioni possono contribuire a ridurre significativamente il consumo energetico e i costi operativi.

Scegli materiali sostenibili

La scelta di materiali sostenibili è probabilmente il miglior modo per rendere il tuo negozio più attento all’ambiente.

Puoi scegliere per questo arredi e accessori che vengono prodotti con materiali riciclati, biodegradabili o provenienti da fonti rinnovabili.

In questo periodo vanno molto di moda gli espositori in cartone ad esempio, ecologici al massimo e resistenti allo stesso tempo.

Scegli inoltre prodotti biodegradabili per l’imballaggio di ciò  che vendi. Ad esempio, se vendi generi alimentari quali frutta e verdura, potresti preferire dei fogli di carta uso alimentare per avvolgere i prodotti, anziché adoperare la pellicola di plastica.

Opta per il trasporto sostenibile

Promuovere il trasporto sostenibile è un altro modo per rendere il tuo negozio più sostenibile.

Il trasporto sostenibile può ridurre le emissioni inquinanti e migliorare la qualità dell’aria. Ci sono diverse cose che puoi fare per promuovere il trasporto sostenibile nella tua attività.

Potresti ad esempio offrire incentivi ai tuoi dipendenti e clienti per raggiungere il punto vendita utilizzando mezzi di trasporto sostenibili come biciclette, mezzi pubblici o auto elettriche.

A tal proposito potresti anche creare un parcheggio per biciclette vicino al tuo negozio, in modo da rendere più facile per i tuoi clienti e dipendenti parcheggiare il mezzo.

Conclusioni

In sintesi, ci sono diverse cose che puoi fare per rendere il tuo negozio più sostenibile. Quelle di cui abbiamo parlato oggi sono solo alcune delle idee che puoi adottare per contribuire a rispettare la natura se gestisci una attività commerciale.

Oltre a migliorare l’impatto ambientale del tuo negozio, tali azioni possono anche migliorare la percezione del tuo marchio e attirare più clienti che ben vedono le aziende che si impegnano per l’ambiente.

Ricorda infine che ogni piccola azione conta e che anche i piccoli cambiamenti possono fare una grande differenza!

Prezzi più alti e carrelli più vuoti, ma non per tutti i prodotti

L’aumento dei prezzi costringe gli italiani a riconfigurare la shopping strategy, la conseguenza è un carrello più leggero, ma più ‘pesante’ in termini di costi. Questo però in funzione delle tipologie di prodotti e della capacità di spesa, come emerge dalla nuova edizione dell’Osservatorio Immagino di GS1 Italy, il report che analizza l’andamento delle vendite di quasi 133mila prodotti di largo consumo, tra food & beverage, petcare, cura casa e cura persona, che nel 2022 hanno sviluppato oltre 43 miliardi di euro di sell-out, l’82,1% delle vendite realizzate da supermercati e ipermercati italiani. L’Osservatorio monitora l’evoluzione della composizione e delle vendite in valore e volume di 12 panieri, tra food e non food, sulla base dei claim, delle certificazioni, dei loghi e delle icone presenti sulle etichette, misurando i trend di vendita tramite i dati elaborati da NielsenIQ su venduto e consumo nella GDO.

Non tutti i prodotti hanno subìto tagli nelle quantità acquistate

“Tra i principali panieri analizzati dall’Osservatorio Immagino i claim relativi al basso tenore di zuccheri, alla ricchezza in proteine e all’assenza di lattosio hanno aumentato le vendite anche in volume e non solo a valore – spiega Marco Cuppini, research and communication director GS1 Italy -. Evidentemente le caratteristiche di questi prodotti sono talmente importanti per i consumatori da non modificarne i comportamenti di acquisto”.

Diminuiscono i volumi, soprattutto per le fasce di prezzo più basse

“La storica e radicata difesa della qualità del cibo messa in atto dagli italiani ha faticato a reggere l’urto dei fenomeni così impattanti che hanno caratterizzato gli ultimi 12 mesi – aggiunge Cuppini -. Sono aumentati i prezzi e si è cominciato a vedere in modo netto come siano diminuiti i volumi, anche se in maniera diversa fra fasce di prezzo, con quella più bassa che ha mostrato la maggior sofferenza”.

I panieri Food e non food

Nel food i panieri che non hanno subito ‘tagli’ sono Italianità, Free from, Rich-in, Intolleranze e Lifestyle.
Tra i loghi e certificazioni, bollini, indicazioni e claim che forniscono garanzie precise, come la bandiera del paese d’origine, il logo EU Organic o le certificazioni in materia di Corporate Social Responsibility, come Fairtrade, Friend of the sea, FSC e Sustainable cleaning. Inoltre, gli Ingredienti benefici, il Metodo di lavorazione, la Texture dei prodotti, e il Petcare in generale.
E nel non food, Cura casa green, e Cura persona, in particolare, health&beauty.

Italiani, 20 chili di cibo in pattumiera ogni anno. Perchè?  

Ogni famiglia italiana spreca in media quasi 20 chilogrammi di cibo all’anno, secondo i dati dell’Osservatorio sprechi alimentari del Crea, presentati dalla Società italiana di nutrizione umana (Sinu) al XLIII congresso nazionale. Si tratta di una quota importante, che oltre a essere realmente “brutta” ha anche un peso economico non irrilevante. Per combattere un simile spreco, la Sinu ha sviluppato un decalogo di comportamenti virtuosi che vanno dalla pianificazione degli acquisti al riutilizzo degli avanzi, sottolineando i vantaggi della dieta mediterranea sia per la salute sia per il risparmio.

Spagna, Germania e Ungheria sprecano ancora di più

Se gli italiani si rivelano dei veri “spreconi”, non è che nel resto d’Europa le cose vadano meglio, anzi. Analizzando i dati dell’Osservatorio sprechi, emerge che nel 2018 gli italiani hanno sprecato in media 370 grammi di cibo alla settimana per famiglia. Questo dato si avvicina a quello dei Paesi Bassi (365 g/settimana) ed è inferiore rispetto a Spagna (534 g/settimana), Germania (534 g/settimana) e Ungheria (464 g/settimana). In Italia, si verifica principalmente uno spreco di prodotti completamente inutilizzati (43,2% rispetto al 31% della quantità sprecata), mentre si ha una minore tendenza a gettare gli avanzi dei piatti (14,6% contro il 20%) e i prodotti aperti ma non completamente consumati a causa della scadenza (30,3% contro il 36%). Nel 2021, lo spreco domestico è aumentato a 420 grammi a settimana per famiglia.

La tipologia di famiglia influisce su ciò che finisce nella spazzatura

La dimensione della famiglia influisce sullo spreco alimentare, ma guardando ai dati pro capite si nota un maggior spreco nelle famiglie monocomponenti. Inoltre, si riscontra una certa propensione allo spreco alimentare nei segmenti di età più giovane e tra le famiglie con maggiori disponibilità economiche. Tuttavia, le famiglie sono consapevoli dell’impatto negativo degli sprechi su diversi livelli. L’impatto economico è quello maggiormente percepito (70%), seguito da quello sociale (conseguenze sulla disponibilità di cibo nel mondo, 59%) e ambientale (55%).

Il decalogo per non sprecare

Il decalogo proposto dalla Sinu per favorire comportamenti virtuosi comprende una serie di semplici abitudini. Ecco i dieci punti: 1) pianificare il menù settimanale; 2) stabilire le quantità da acquistare e cucinare; 3) evitare gli acquisti impulsivi o eccessivi; 4) fare la spesa sempre dopo aver mangiato e mai a stomaco vuoto; 5) imparare a riconoscere se un alimento è ancora buono; 6) leggere attentamente l’etichetta; 7) riutilizzare gli avanzi; 8) seguire la dieta mediterranea; 9) preferire porzioni piccole o monoporzioni; 10) educare le nuove generazioni.