Previsioni dei consumi 2022: il timore degli italiani frena gli acquisti

Secondo due survey dell’Ufficio Studi Coop condotte a dicembre 2021, la prima svolta in collaborazione con Nomisma, e la seconda sulla community di esperti del sito italiani.coop, le parole da accostare ai prossimi 12 mesi sono le stesse dell’anno appena trascorso: “speranza”, “ripresa” e “cambiamento”. Ma nel 2022 è soprattutto il “timore” a crescere, più che raddoppiando dal 3% al 7% rispetto allo scorso anno, soprattutto fra la Gen Z, che più di tutte vive la contraddizione del momento (9%) e allo stesso tempo registra la percentuale più evidente di chi spera nel cambiamento (19%). In ogni caso, l’Ufficio Studi Coop con il supporto d’analisi di Nielsen stima un andamento delle vendite totali GDO di poco inferiore all’1,5% a valore, come effetto congiunto di una riduzione dei volumi e un incremento dei prezzi, oltre alle scelte di ricomposizione degli acquisti.

Lo spettro dell’inflazione si aggira per l’Italia

A impensierire maggiormente è il rincaro dei prezzi. Se infatti tra i market maker e gli opinion leader prevale un certo ottimismo sull’andamento dell’economia e la situazione pandemica, sono i consumi delle famiglie e il mercato del lavoro a preoccupare. Per 6 manager su 10 i consumi seguiranno il Pil ma a distanza, ostaggio di un’inflazione stimata al +2,9%. Una crescita che si protrarrà per tutto il 2022 (secondo il 63% degli esperti), da contrastare con una riduzione del cuneo fiscale (71%) o una indicizzazione dei salari al costo della vita (47%). Ma anche con una riduzione selettiva dell’Iva (47%) magari sui beni sostenibili.

Gli italiani vogliono proteggere le loro tavole

In previsione dell’aumento dei prezzi, 1 famiglia su 2 pensa di non cambiare il livello di spesa nel prossimo anno rispetto al prepandemia (49%). Ma se il 22% del campione spera di superarlo quasi un italiano su 3 (29%) sa che non riuscirà a raggiungerlo. Peraltro, proprio l’inflazione relega il budget delle famiglie nei confini delle spese obbligate e costringe tanti italiani a lasciare nel cassetto prodotti tecnologici, serate con gli amici, viaggi e vacanze. L’epicentro della prossima crescita dei prezzi riguarda non solo le utenze domestiche, ma soprattutto il capitolo della spesa alimentare. I manager della filiera stimano un incremento medio dei prezzi alimentari superiore al 3,5%, con un’ondata inflattiva che per il 63% del campione riguarderà sicuramente tutto il 2022.

Un diffuso downgrading del carrello 

Tra caccia alle promozioni, ricerca di punti vendita e canali più convenienti e riduzione degli sprechi molti italiani fronteggeranno il carovita con un diffuso downgrading del carrello, soprattutto al Sud e nella lower class, segnando peraltro una nuova divaricazione dei consumi rispetto ai ceti più abbienti. A essere ancora una volta premiato in tavola, riporta Askanews, il cibo del territorio, mentre si consolida il trend verso un’alimentazione biologica e salutista. Ma per i manager della filiera (61%) il 2022 sarà soprattutto l’anno della marca del distributore, considerata la soluzione per permettere acquisti con il migliore rapporto tra qualità e prezzo.