L’economia resta fragile, i consumi in lieve recupero

La buona tenuta del mercato del lavoro e i risultati positivi del mercato turistico, soprattutto incoming, spingono i consumi in lieve recupero, ma permane la lentezza nel rientro della fiammata inflazionistica e si assiste al lieve calo su base mensile del Pil.
Sono i principali risultati emersi dalla Congiuntura Confcommercio relativa al mese di maggio 2023, che per i consumi indica ad aprile un lieve aumento rispetto al mese precedente, Questo, grazie esclusivamente ai Servizi, che segnano un +4,5% rispetto al -1,5% dei Beni. E se la domanda di autovetture si conferma in ripresa resta negativa la dinamica di consumi alimentari, energia elettrica e mobili. 

Pil mensile a -0,2%

Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio il Pil, rispetto ad aprile, dovrebbe subire una diminuzione dello 0,2%. Su base annua questo andamento si tradurrebbe in una crescita dell’1,5%.
Le famiglie continuano, al di là delle criticità indotte dall’inflazione sui bilanci familiari, nel percorso di recupero della domanda favorendo le voci di spesa che considerano più rappresentative della ritrovata ‘libertà’. Nonostante i progressi, anche i dati dell’ultimo mese confermano le difficoltà dei consumi in volume calcolati nella metrica dell’ICC a tornare ai livelli pre-Covid. Per alcuni segmenti le deboli dinamiche degli ultimi periodi sembrano aver contribuito ad aumentare la distanza, ponendo seri dubbi sulla possibilità di tornare nel 2024 sui livelli del 2019.

Le dinamiche tendenziali

Anche ad aprile 2023 la domanda delle famiglie è stata sostenuta principalmente dal recupero della componente relativa ai Servizi, anche se per servizi ricreativi, alberghieri e della ristorazione la distanza percentuale con i volumi registrati nello stesso periodo del 2019 supera ancora le due cifre. Relativamente ai consumi di Beni, dopo la stagnazione di marzo la domanda è tornata a registrare un ridimensionamento nel confronto annuo. Ad aprile la stima per l’aggregato è -0,4%. Il settore Automotive si conferma il più dinamico, con una variazione tendenziale del 16,9%. I recuperi degli ultimi mesi hanno comunque solo parzialmente ridotto la distanza con i livelli di spesa reale del 2019. Tra le altre voci si conferma in netta riduzione la domanda per energia elettrica (-7%), mobili (-7,8%), alimentari (-3%) ed elettrodomestici (-0,8%). Relativamente ad abbigliamento e calzature il modesto segnale di recupero (+0,7%) non attenua le difficoltà del settore.

Prezzi al consumo, tendenze a breve termine

Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo l’Ufficio Studi stima per maggio un +0,5% in termini congiunturali e +7,8% su base annua. Nonostante il moderato ridimensionamento del tasso di crescita tendenziale dei prezzi, si confermano le difficoltà dell’inflazione a instradarsi su un sentiero di rapido rientro. Le prime indicazioni di un’evoluzione più contenuta dell’inflazione di fondo consolidano, comunque, le attese di una parte finale del 2023 più favorevole. Tale evoluzione potrebbe agevolare le famiglie nel percorso di recupero della domanda, favorendo il mantenimento di tassi di crescita dell’economia in linea con quelli registrati nella prima parte dell’anno.