Il 41% degli italiani vuole passare meno tempo online

Molti italiani vorrebbero ridurre il tempo trascorso online. Rispetto alla media globale (33%, il 41% degli italiani si dice infatti pronto a passare meno tempo connesso a Internet. Questo, nonostante al contempo aumenti la domanda di connettività, contenuti tv e streaming. Uno dei motivi è rilevabile nel temuto aumento dei prezzi degli abbonamenti mensili ai servizi di connettività (lo dichiara il 63% degli italiani), mentre il 44% teme di pagare troppo per contenuti che non guarda. È quanto emerge dall’EY Decoding the digital home study, ricerca condotta su 2.500 famiglie in Italia e più di 20.000 a livello globale. “Il tempo trascorso online si sta stabilizzando se non addirittura riducendo, a fronte di un aumento degli standard qualitativi richiesti dagli utenti in termini di servizi e contenuti”, commenta Irene Pipola, Italy TMT Leader di EY.

Per sei su dieci il prezzo è il fattore primario

Per sei italiani su dieci, il prezzo è il fattore primario nella scelta di un servizio in streaming. Seguono la specificità del contenuto (41%) e l’ampiezza dell’offerta (38%). In attesa di questa maturazione qualitativa, a oggi il prezzo resta l’elemento chiave. E per battere la concorrenza, il trend è chiaro: si applicano sconti e si accorpano i servizi in pacchetti. La propensione all’acquisto dei cosiddetti bundle sta crescendo in Italia a un ritmo più sostenuto rispetto al 2021 (87% contro il 74%). Se l’attenzione alla convenienza è una costante (il 53% delle famiglie è interessato agli sconti) stanno cambiando le esigenze: circa la metà degli intervistati sarebbe infatti interessata ad acquistare, insieme alla rete fissa, servizi tv o servizi di sicurezza online e tutela della privacy.

Mancanza di chiarezza per il contenuto delle offerte

Ancora oggi però molte famiglie faticano però a comprendere il contenuto delle offerte e le differenze tra i servizi proposti. Sorprende che questo fenomeno riguardi soprattutto i più giovani (35% fra i 18-24 anni), che ritengono le offerte dei servizi di telecomunicazione difficili da comprendere.
Una conferma della mancanza di chiarezza arriva anche dall’analisi delle offerte per i nuovi clienti: uno su due reputa difficile comprendere quale sia il pacchetto migliore. La confusione si traduce anche in scarsa fedeltà: circa un quarto dei clienti prevede di cambiare il proprio fornitore di servizi internet, linea mobile o video streaming e pay tv nei prossimi 12 mesi.

Preoccupazioni per la privacy, il benessere e la sostenibilità

Quanto alla privacy, riferisce AGI, il 63% degli italiani afferma di essere estremamente prudente nel condividere informazioni personali online. Gli utenti sono preoccupati anche per l’intreccio tra tecnologie e benessere: uno su tre pensa spesso all’impatto negativo di internet sul proprio benessere psicofisico (41% tra i 18-24 anni). Emergono poi forti preoccupazioni per i contenuti illeciti. Il 61% ritiene che i governi e le autorità di regolamentazione non stiano facendo abbastanza per contrastare la diffusione di contenuti dannosi online. La platea digitale italiana si dimostra attenta anche alla sostenibilità. Il 38% è disposto a pagare di più per prodotti sostenibili, ma il 43% ritiene che gli operatori non stiano facendo abbastanza per l’ambiente.